La pubblicità in radio ha da sempre caratterizzato i nostri ascolti. In macchina, al lavoro oppure anni fa al posto della tv.
Nel 2020 ha ancora senso utilizzare questo mezzo di comunicazione per fare pubblicità? Vediamolo insieme.
1920 – 2020: 100 ANNI DI RADIO
Stazione Marconi di Chelmsford, febbraio 1920: per la prima volta veniva trasmesso il primo servizio radiofonico della storia.
Un’invenzione fuori dal normale che a quel tempo sembrava fin avanguardista.
Per la prima volta si riusciva a diffondere una voce/informazioni tramite un mezzo che fosse diverso da quello più antico ovvero quello della carta stampata.
Fino ad allora non esisteva altra alternativa che potesse canalizzare informazioni quasi “in tempo reale” e comunque con un ritardo di molto inferiore a quello dei quotidiani.
La rivoluzione era alle porte e sebbene fosse ancora un bene quasi di lusso, iniziava la sua rapida e incontenibile diffusione.
PUBBLICITÀ IN RADIO: LA DIFFUSIONE
Con il passare degli anni la radio inizia ad acquisire notorietà ed importanza, arrivando ad essere presente bene o male in quasi in tutte le case e diventando uno dei punti di riferimento essenziali attraverso il quale venissero veicolate tutte le informazioni del caso.
Dobbiamo immaginare, le famiglie che, come potrebbe capitare, si riuniscono attorno alla tv, ma senza tv e con un apparecchio di grosse dimensioni che dopo un confuso gracchiare iniziale, trasmette musiche, opere e notiziari.
Via via chiaramente dettato dalla sua enorme espansione, parallelamente nasce l’idea di utilizzarla come mezzo pubblicitario per arrivare ad un ampio bacino d’utenza.
COME FUNZIONA LA PUBBLICITÀ IN RADIO
La pubblicità in radio ha una sua ben precisa strutturazione ad un’articolazione abbastanza complessa. Sostanzialmente l’investimento di questo tipo ha come base un spot, che viene riprodotto x volte al giorno per un tot di giorni consecutivi.
Attraverso questo sistema si riesce a creare nell’utente una sorta di “fissa” nel senso che l’ascolto ripetuto sicuramente genera una memorizzazione di fatto inconscia.
Alla base di ciò deve esserci un investimento economico solitamente cospicuo di alcune migliaia di euro, stimato proprio in base al numero di volte in cui viene ripetuto l’annuncio e per quanto tempo. Solitamente questa cifra varia a seconda dell’importanza della radio e indicativamente si aggira tra i 1000 e i 15mila euro.
Uno spot in media dura circa 30 secondi e spesso lo sentiamo ripetuto per 14 giorni: così davvero possiamo essere sicuri di arrivare ai consumatori finali.
LO SPOT DEVE ESSERE EFFICACE
A differenza da tantissimi altri mezzi pubblicitari, la diffusione via radio deve essere subito attrattiva perché già di per se l’attenzione generale è molto bassa, a maggior ragione se questa la mettiamo, come spesso accade, di sottofondo.
Musica, voce iconica e riconoscibile, dialoghi frizzanti e ironia devono essere gli ingredienti alla basse di queste pubblicità affinché il risultato possa essere raggiunto.
PUBBLICITÀ IN RADIO: RISULTATI e MISURAZIONI
Abbiamo poco fa parlato di risultati da raggiungere, e chiaramente la pubblicità la si fa perché si vogliono raggiungere risultati.
La pecca è che utilizzando questo media tradizionale con estrema difficoltà sei può individuare il ritorno sugli investimenti per capire quindi quanti utenti arrivano direttamente dalla pubblicità.
Allo stesso tempo però non si riesce così ad indicizzare il target di riferimento ma si comunica sostanzialmente a chiunque.
In conclusione, utilizzare la radio come mezzo di comunicazione?
Si ma.
Nel senso, se si è una grande azienda con un grande budget questa può sicuramente essere un’opzione, certo però che però, si cerca un risultato immediato e definitissimo forse non è l’ideale.
Da sottolineare però che diversamente da come qualcuno pensa, la radio non è in decadimento.