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Mansplaining, riconoscerlo per evitarlo

Eleonora F. Grotto Novembre 15th 2018

Mansplaining, riconoscerlo per evitarlo

Hai mai sentito parlare di mansplaining? Probabilmente no,  ma se tu che stai leggendo sei una donna, ci sono buone probabilità che tu ne sia stata vittima senza saperlo.
Che cosa significa esattamente mansplaining? In un articolo apparso l’anno scorso su Il Post troviamo questa definizione:

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“L’atteggiamento paternalistico di alcuni uomini (ma non solo) quando spiegano a una donna qualcosa di ovvio, oppure qualcosa di cui lei è esperta, perché pensano di saperne sempre e comunque più di lei oppure che lei non capisca davvero.”

In sostanza, si tratta di quel modo di fare che assumono gli uomini quando parlano con una donna dando per scontato che questa abbia una preparazione inferiore alla loro, indipendentemente dall’argomento trattato e dalla conoscenza che la donna in questione possa avere dello stesso.

Cos’è successo in Svezia

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In Italia non si sente ancora parlare molto del mansplaining e dell’effetto che questo ha su donne e uomini, ma nel resto del mondo, si inizia a discuterne e a cercare delle soluzioni.

In Svezia ad esempio, nel corso del mese di novembre del 2016, Unionen (sindacato degli impiegati) ha aperto una linea telefonica gratuita per segnalare i casi di mansplaining ma anche per fornire tutte le informazioni necessarie ad evitare che accada.

Curioso notare, che molte delle chiamate provenivano da padri interessati a comprendere il fenomeno per spiegarlo meglio ai figli, come rispondere se si è oggetto di questo comportamento e come non esserne responsabili in prima persona.

Ovviamente ci sono state anche reazioni negative, da parte di coloro che vedevano questa iniziativa come un attacco ingiustificato al genere maschile.

Perchè il mansplaining è più dannoso di quanto si creda

 

Potrebbe essere che dopo aver letto queste righe, ti stia chiedendo cosa ci sia di tragico in un uomo che cerca di spiegarti meglio un concetto.

Proviamo a fare un passo indietro…

Immagina di aver passato svariati anni della tua vita a studiare un argomento, al punto di saperne parlare per ore e ore senza neanche bisogno di prepararti un discorso; pensa alle giornate trascorse a lavorare a qualcosa, studiandone le possibili implicazioni da ogni angolatura; immagina di aver trascorso ore e ore ad approfondire un argomento che ti appassiona per arrivare a conoscerlo in ogni dettaglio.

Ecco.

Ora immagina che arrivi qualcuno che molto probabilmente ha letto le tre righe introduttive di un articolo di blog ma che in virtù del suo essere un uomo, sia convinto di avere qualcosa di più interessate da dire, qualcosa che tu sicuramente, in quanto donna, non avevi preso in considerazione.

Il vero problema del mansplaining è da ricercare nel senso di inadeguatezza che lascia addosso a chi è oggetto di questo tipo di atteggiamento, quella sgradevole sensazione per cui, per quanto tu possa impegnarti, ci sarà sempre qualcuno pronto a declassare la tua parola solo sulla base del tuo essere donna, causando insicurezza, rabbia repressa e allontanando ancora di più il raggiungimento di una reale parità di genere.

Le discriminazioni non sempre partono dalla cattiveria, più spesso partono dall’ignoranza e per combatterle c’è sempre più bisogno di dialogo e informazione.

 

 mansplaining_astronauta

[Se sei un’astronauta e disgraziatamente al contempo, tu sia anche una donna, che su Twitter qualcuno si senta autorizzato a fare precisazioni non richieste, mirate a far notare come tu sia stata poco precisa in una tua spiegazione.]

 

Ti è mai successo di essere oggetto di mansplaining? In che situazione? Raccontacelo nei commenti!

 

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